«Interstellar» - Il lungo viaggio per salvare l’umanità
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Una piaga sta uccidendo da decenni i raccolti della Terra, mettendo in pericolo la sopravvivenza dell’intera umanità, che per affrontare l’emergenza e la conseguente crisi di viveri si dedica all’agricoltura.
Sembra che la scienza sia obsoleta, quasi dimenticata, tanto che ai bambini viene detto che l’uomo non è mai stato sulla luna, perciò gli astronauti cambiano lavoro e usano il loro intelletto in mansioni agricole. Questo è il destino di Cooper che da ex astronauta, mai stato nello spazio, diventa per forza contadino, ma inaspettatamente farà una scoperta incredibile grazie alle intuizioni della figlia, Murph, e che lo porterà a dover fare una difficile scelta: la famiglia o l’umanità?“Eravamo abituati a guardare il cielo e a chiederci quale fosse il nostro posto tra le stelle. Ora ci limitiamo a guardare verso il basso e a chiederci quale sia il nostro posto tra la polvere …”[Cooper alias Matthew Meclonaughey]
Infatti, tra i protagonisti vanno annoverati i due attori premio oscar, Matthew Meclonaughey per «Dallas Buyer Club» e Anna Hathaway per «Les Misérables», nei ruoli rispettivamente di Cooper e la dottoressa Amelia Brand.
Matthew McConaughey e Anne Hathaway |
Lo scenario è in linea con lo stile cinematografico di Nolan che si caratterizza per il suo essere in grado di trasformare in immagini ambientazioni fuori dal conosciuto senza essere banali, oltre alla sua propensione alle sfide narrative più complesse, come è già accaduto nei suoi precedenti lavori dal suo debutto con la memoria al difficile mondo dei sogni, alle gesta di un eroe contemporaneo ed eterno fino al racconto di un uomo che per salvare la sua famiglia sa bene che “questo mondo è una ricchezza, ma ci sta dicendo di andarcene”.
Pertanto, insieme al fratello e co-sceneggiatore Jonathan Nolan, messo in chiaro che, l’ambientazione che sarebbero andati a creare va oltre il pensiero finito dell’uomo, hanno potuto scrivere un’opera cinematografica affascinante e dai percorsi narrativi innovativa.
I fratelli Nolan si sono dovuti confrontare nella ideazione di un film di fantascienza ambientato nello spazio con tanti loro predecessori, da pellicole cult come «Apollo 13» o «Armageddon» o la più recente opera di Alfonso Cuaròn, «Gravity», senza cadere nell'errore di ripetersi ed annoiare lo spettatore.
Hanno puntato ad una rappresentazione il più realistica possibile, facendosi aiutare da esperti soprattutto su un probabile viaggio attraverso un wormhole che avrebbe portato i protagonisti in un altro sistema solare.
I protagonisti dei film di Christopher Nolan devono sempre compiere un viaggio non solo fisico, ma soprattutto metaforico.
Infatti, emblema del viaggio metaforico di Cooper è rappresentato dal suo ingresso nella dimensione sconosciuta del buco nero e, quasi come se fossimo catapultati aldilà del tempo e dello spazio, entriamo nella psiche, nei ricordi del protagonista.
Esteticamente Nolan cita sé stesso e in particolare la scena delle scale infinite di «Inception», metafora del mito del labirinto, ed infatti ricorda anche il concetto pirandelliano della psiche umana raffigurabile come un labirinto, i cui livelli di comprensione sono relativi e soggettivi.
Jessica Chastain e Casey Affleck |
Entrati nella realtà personale di Cooper, ritengo che gli sceneggiatori, dovendosi concentrare sulla narrazione in immagini qualcosa oltre lo scibile umano, hanno usato un espediente, seppur banale, plausibile: dire che l’amore o in generale i sentimenti possono superare i limiti di spazio e tempo.
I sentimenti una volta nati non smettono mai di esistere, possono evolvere o affievolirsi, ma rimangono nell'animo umano e come diceva Proust basta un colore, un odore per farli diventare vividi come quando si sono provati per la prima volta.
Allora perché sostenere impossibile che l’amore abbia la capacità di oltrepassare le categorie a priori di Kant di spazio e tempo?
Christopher Nolan |
Veniamo alle note dolenti…
Il film ha una durata di quasi 3 ore, quindi il ritmo del racconto è un aspetto fondamentale nella narrazione, poiché si dovrebbe annoiare il meno possibile, quindi valutare la “lentezza” della storia è d’obbligo.
In linea generale, le lunghe ore di film si percepiscono a mala pena e questo è un aspetto positivo, ma avrei comunque evitato di soffermarmi su uno dei pianeti potenzialmente ospitali per l’uomo, in particolare quello costituito solo d’acqua.
Effetti speciali fantastici, ma inutile al fine della comprensione della trama!
In più, eliminando quell'episodio, il regista non avrebbe dovuto aumentare la velocità della narrazione nella seconda parte della storia, così da potersi concentrare maggiormente sulla storia dei personaggi e caratterizzarli con maggiore attenzione.
«Interstellar» è dunque un film che ti fa guardare il cielo con occhi diversi con la speranza di capire che il nostro mondo è un bene prezioso che dovrebbe essere trattato al meglio così da non doverlo mai lasciare perché distrutto dall'uomo, ma solo al fine che questi possa superare i propri limiti e crescere.
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