«Hysteria» di Tracey Becket
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Nell’ultimo ventennio del XIX secolo, in tutto il mondo si assisteva alla nascita di tantissime invenzioni supportate dall'elettricità. Infatti, questa fonte d'energia aiutò un londinese a cercare un rimedio alle sofferenze delle donne. Basato su un fatto storicamente avvenuto, Hysteria è la storia dell’invenzione del primo vibratore per opera del dott. Motimer Granville (Hugh Dancy) con l'aiuto di Edmund St. John-Smythe (Rupert Everett), inventore progressista ossessionato dalla “nuova” scienza dell’elettricità.
Motimer Granville era un medico molto dedito alla sua professione e in particolare desiderava più che curare e operare, prevenire delle malattie che portassero il paziente a grandi dolori.
Nonostante la devozione per la sua missione, perse diversi lavori e l’ultimo licenziamento lo condusse dal dott. Robert Dalrymple (Jonathan Pryce), esperto di medicina femminile e d’isteria, che si riteneva fosse una malattia che procurasse sintomi di varia natura dal pianto alla ninfomania, dalla frigidità alla melanconia, che secondo l’esperto poteva essere curata non soltanto chirurgicamente, ma con un “massaggio manuale”.
Questo tipo di cura si rivelò tanto efficace che per il dott. Dalrymple diventò necessario un assistente, così assunse il dottor Mortimer. Questi però dovrà fare i conti con dei forti crampi alle mani e soprattutto con le parole della figlia di Dalrymple, Charlotte (Maggie Gyllenhaal) e paladina delle donne povere, portandolo a riflettere sul suo lavoro.
Scena Film Hysteria |
Un film sull'isteria fatto da donne, prodotto da Tracey Becket e diretto da Tanya Wexler, mi spiega il motivo per cui i personaggi maschili siano in una situazione coniugale smascherati dalla loro apparente e ostentata virilità.
Infatti, escluso il dott. Dalrymple, oramai abituato alla pratica del massaggio manuale, il protagonista è visibilmente imbarazzato non solo quando deve “lavorare”, ma soprattutto, nel momento in cui Charlotte (figlia di Dalrymple) gli apre gli occhi di fronte ad una realtà sentimentale che non sente molto distante dal suo destino.
Una realtà in cui le donne non sono isteriche, ma sono insoddisfatte sessualmente e non per forza per motivi fisici, che sono invece una diretta conseguenza del disinteresse del proprio marito.
Una commedia esilarante che ci fa accomodare nello studio di un medico che è riuscito ad aprire le porte della mente della società e a farle riconoscere anche se dopo un secolo, che l’isteria fosse solo un mito lungo circa 4000 anni e una pseudo – diagnosi che serviva a spiegare ogni sorta di disturbo.
Maggie Gyllenhaal e Hugh Dancy |
CURIOSITA'
Breve storia dell’isteria (e dei vibratori)IV secolo a.C.: L’idea che uno “spostamento dell’utero” (in greco hysteria) potesse causare sintomi
anomali, dall’amnesia al
sonnambulismo, è menzionata per la prima volta nell’antica Grecia negli scritti
ippocratici. Gli organi sessuali
femminili saranno collegati a comportamenti inspiegabili per i
successivi 4.000 anni.
II secolo a.C.: Il medico dell’antica
Grecia Galeno conclude che la causa dell’isteria è una privazione
sessuale. Il rimedio che consiglia
è il matrimonio. Galeno sarà anche il primo a suggerire come terapia
la “manipolazione digitale”,
descrivendo la guarigione di una donna sottoposta a tale trattamento: “da
allora, scomparvero tutti i mali
che l’affliggevano”.
II secolo d.C.: Il filosofo romano
Celso consiglia per primo l’uso delle sanguisughe come possibile
cura per l’isteria femminile.
X secolo: Avicenna,
medico persiano e prolifico autore di trattati di medicina, raccomanda per l’isteria
una cura a base di “sfregamenti”,
che, afferma, consentirà alle donne affette da questo male di “trovare
pace”.
XIII secolo: L’alchimista
spagnolo Arnaldo de Villanova raccomanda l’uso di supposte vaginali per
ristabilire l’”equilibrio di
umori” nella donne affette da disturbi non trattabili di vario genere.
XVI secolo: Il medico
francese Phare scrive di una nuova cura per l’isteria, consistente nel mandare
le
donne a cavalcare nei boschi.
1653: Il rinomato
medico olandese Pieter van Foreest parla del suo rimedio per l’isteria, che
prevede
un massaggio plevico “sino al
parossismo”. Lo consiglia in particolare alle “vedove, alle donne che
conducono una vita casta, e alle
suore”.
XVII secolo: Il
pionieristico medico inglese William Harvey, il primo a descrivere il sistema
circolatorio umano, afferma che
gli organi sessuali femminili sono la causa di “orridi eccessi
mentali…frenesie, melanconia,
sbalzi d’umore e comportamenti eccessivi”.
XVIII secolo: Nelle località
termali europee si diffonde la voga degli apparecchi per l’”idroterapia,”
spesso dotati di un apposito
ugello, come rimedio per un’ampia gamma di disturbi femminili.
XVIII e XIX
secolo:
L’espressione “attacco isterico” diventa popolare nelle cerchie mediche per
classificare un largo spettro di
fenomeni inspiegati, dall’epilessia alla depressione, dalla sindrome di
Tourette alla riottosità, dai
problemi coniugali all’infedeltà sessuale.
Anni 1850: L’insigne
medico francese Pierre Briquet annuncia i risultati del suo studio sull’isteria
femminile, causata a suo parere
dalla frustrazione sessuale, e propone come cura un trattamento, a suo
avviso puramente medico, che
definisce “titillation du clitoris.”
1859: Uno studio
condotto dai medici Britannici rivela che oltre il 40% della popolazione
femminile
risulta affetto da isteria.
1866: Il medico
inglese Isaac Baker-Brown offre un’alternativa alla cura a base di massaggi per
l’isteria femminile: la
clitoridectomia . Verrà estromesso dall’albo della Società ostetrica londinese
dopo aver praticato un numero
imprecisato di operazioni chirurgiche di questo tipo.
1869: L’inventore
americano George Taylor progetta una macchina per massaggi alimentata a vapore
nota come “Il manipolatore”. I
medici che curano l’isteria la adottano prontamente, ma Taylor
raccomanda la massima prudenza
nell’utilizzo con le pazienti, al fine di evitare “eccessi”.
1883: Il primo
vibratore elettrico è brevettato da Joseph Mortimer Granville, ma nonostante
nasca
come congegno per alleviare i
dolori muscolari, viene presto utilizzato come cura per l’isteria.
1895: Sigmund Freud e
il suo collega Joseph Breuer scrivono il loro saggio fondamentale sull’isteria,
arrivando alla nuova conclusione
secondo cui si tratta di un disturbo psichico, più che fisico, derivato da
esperienze sessuali traumatiche
vissute nella prima infanzia. Nasce l’era moderna della psicoanalisi.
1899: Il “Vibratile”,
un semplice vibratore da 5 dollari realizzato in filo di ferro viene
pubblicizzato nel
McClure’s
Magazine,
un mensile popolare dell’Ottocento, come cura per nevralgie, cefalee e rughe.
Primi del
Novecento:
dozzine di “apparecchi portatili per il rilassamento” vengono pubblicizzati in
varie riviste femminili.
1908: The London
Times pubblica un editoriale in cui si afferma che molte delle suffragette
che si
battono per il diritto di voto “soffrono
di isteria”. L’idea si diffonde, e gli oppositori delle suffragette
mettono in dubbio la salute
mentale delle attiviste femministe.
1918: Il Sears
Roebuck Catalog offre vibratori per massaggi, pubblicizzandoli come “molto
utili e
soddisfacenti per l’uso domestico”.
1952: L’Istituto
psichiatrico americano esclude finalmente l’isteria dall’elenco dei disturbi
mentali.
Anni Settanta: Il vibratore
esce allo scoperto, celebrato dalle femministe come strumento di
liberazione sessuale.
2007: La Corte
Suprema rifiuta di dibattere un caso in cui viene messa in discussione la
costituzionalità
delle leggi che proibiscono l’uso
di vibratori per fini sessuali in vigore in molti Stati; il vibratore resta
così ancora illegale in Alabama,
Georgia, Indiana, Louisiana, Massachusetts, Mississippi, Texas e
Virginia.
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